Il Consiglio di Stato in data 9 ottobre 2014 ha depositato il parere n. 1091/ 2014, richiesto dall’Ufficio legislativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, su sollecitazione del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale in vista dell’adozione di bandi straordinari di SCN, in merito alla possibilità di disapplicare l’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 5 aprile 2002, n.77, che limita l’accesso al servizio civile ai cittadini italiani, per il contrasto con la normativa comunitaria a renderlo noto il Ministero del Lavoro in un comunicato diffuso oggi.
Nel comunicato si informa che la decisione del Consiglio di Stato è stata nel senso della disapplicazione della norma sopracitata “in quanto incompatibile con il divieto, sancito dalla normativa europea, per gli Stati membri di prevedere per i cittadini stranieri (siano essi comunitari, extracomunitari lungo soggiornanti o beneficiari di protezione internazionale), anche in ordine alla formazione professionale, un trattamento diverso rispetto a quello stabilito per i cittadini nazionali”.
Il parere espresso dall’Organo consultivo è stato accolto con soddisfazione dal Sottosegretario al Lavoro On. Luigi Bobba. “Grazie alla chiara interpretazione del Consiglio di Stato – sottolinea Bobba – si è fatta luce circa la corretta lettura da dare alla normativa vigente relativa al Servizio Civile Nazionale in tema di apertura agli stranieri. Il Dipartimento è già pronto ad emanare i prossimi bandi straordinari di Servizio Civile Nazionale per i volontari da impiegare nei progetti di accompagnamento dei grandi invalidi e dei ciechi civili e la selezione di volontari da impiegare nei progetti autofinanziati dalle regioni, prevedendo la possibilità che anche i cittadini stranieri vi partecipino. Questi ultimi saranno, così, chiamati alla costruzione di una democrazia più partecipata e a vivere in modo più consapevole l’appartenenza alla nostra comunità”.
“Dopo questo pronunciamento, che arriva a distanza di qualche giorno dall’ordinanza della Cassazione che ha rimesso la questione alla Corte Costituzionale – conclude il Sottosegretario- auspico che anche il Parlamento, nell’esame della revisione della disciplina del servizio civile universale, valuti attentamente questo importante pronunciamento di due diversi Organi giurisdizionali”.