L’iniziativa è organizzata da Amesci in collaborazione con il Reparto Operativo Soccorso Stabia (R.O.S.S.) nell’ambito del Progetto internazionale ILE – Iniziative Locali per l’ambiente nel Mediterraneo, avviato nel 2013 per sviluppare la cooperazione nei Paesi del Bacino del Mediterraneo e sostenere lo sviluppo sostenibile e la democrazia locale.
Per tre settimane giovani provenienti da Algeria, Francia e Romania, insieme a ragazzi napoletani operativi nel campo della Protezione Civile, hanno partecipato ad attività guidate da esperti del settore, con l’obiettivo di elaborare una Carta del rischio statico di incendio per la zona Nord-Est dei Monti Lattari, strumento di primaria importanza per la pianificazione delle risorse umane e strumentali da allocare sul territorio durante il periodo di massima pericolosità.
“La nostra organizzazione ha realizzato questa iniziativa con l’obiettivo di offrire un momento di alta formazione e ricerca a questi ragazzi venuti in Italia per mettere in pratica le proprie conoscenze in materia ambientale e acquisire nuove competenze professionali” dichiara Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci, unico partner italiano del progetto ILE. “Il superamento della crisi ambientale cui si è arrivati attraverso l’uso, l’inquinamento e lo sfruttamento indiscriminato delle risorse e del territorio passa anche attraverso il riconoscimento del ruolo che può svolgere la società civile, in particolare i giovani, nell’elaborazione delle politiche ambientali” continua Borrelli. “I giovani sono delle energie rinnovabili, il loro protagonismo rappresenta la condizione necessaria per un cambiamento reale e ‘sostenibile’ ” conclude il Presidente.
“Un’esperienza istruttiva e significativa” così il Presidente del Reparto Operativo Soccorso Stabia, Giuseppe Coda, definisce il Campus “Fire Safety pathway on Lattari Mountains Area”.”I volontari dell’associazione R.O.S.S. hanno messo a disposizione la propria esperienza affinchè i giovani impegnati nel Campus acquisissero le informazioni e ottenessero i risultati prefissati dal progetto” afferma Coda. “Mi corre l’obbligo di ringraziare tutti i volontari del Campus: per la nostra associazione è stata un’importante esperienza interculturale che ci ha permesso di confrontarci e misurarci con le buone pratiche messe in campo dagli altri paesi europei in ambito di protezione civile, migliorando i sistemi operativi attuali” conclude Coda.