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Amesci all’udienza del Santo Padre: “I giovani siano di esempio per gli adulti”

Sabato 26 novembre, presso la Sala Nervi di Città del Vaticano, in occasione dei festeggiamenti dei 15 anni del Servizio Civile Nazionale, il Presidente Enrico Maria Borrelli ha accompagnato i nostri volontari all'emozionante udienza durante la quale il Santo Padre ha incontrato circa 7000 giovani del Servizio Civile Nazionale.


All'incontro Valentina Cammarota è intervenuta per portare la testimonianza dell'impegno che stiamo profondendo su tutto il territorio nazionale attraverso i nostri progetti di Servizio Civile, raccontando, in particolare, di "Terra dei fuochi", il progetto di contrasto alle ecomafie che Amesci sta mettendo in campo grazie a 30 giovani dell'area casertana. Di seguito il testo integrale del discorso:

 

"Santo Padre, Eminenze, Eccellenze, istituzioni tutte, amici e compagni di viaggio,

prima di ogni cosa, vorrei ringraziare per il tempo che ci avete concesso e che ci permette di portare davanti ad una platea così vasta i frutti del nostro impegno quotidiano.

Tra i tanti progetti che come Amesci portiamo avanti, abbiamo scelto di raccontarvi un’esperienza, per noi significativa, perché ci piace credere che l’impegno dei giovani sia lo strumento della speranza che ci accomuna, il volano della rinascita di un territorio.

La nostra terra è la Campania, una terra che contiene tutto ed il suo contrario. Abbiamo radici profondamente ancorate nel terreno, ma in tanti posti le hanno spezzate per fare, in quel terreno, una culla di rifiuti piuttosto che di tradizioni. Respiriamo l’odore della ginestra e il puzzo dei roghi tossici; abbiamo il canto a distesa e le urla di protesta, e spesso anche il silenzio. Abbiamo la ribellione e il lassismo, e in qualche caso la connivenza.

Abbiamo una terra, che si chiamava Campania felix, ora Terra di fuochi. Una terra di fratelli, ma nelle nostre famiglie ci sono i nostri nemici. Una terra in cui coltiviamo aspettative e raccogliamo troppo spesso veleni.
Non buttiamo via nulla, siamo il popolo del riciclo, eppure quel nulla continua ad accumularsi sulle nostre strade e a bruciare. Ma potrà mai fare male l’odore del nulla?

Quell’odore invece rimane nell’aria, si posa sull’erba, entra nella nostra alimentazione, nei nostri polmoni. Entra nel nostro futuro, diventa nebbia, densa, confonde tutto.

Oggi il cielo è cupo e piove.

E in questo clima, pure se scuro e uggioso, si sono mossi in tanti: le istituzioni, la società civile, la comunità religiosa dentro la società civile, i giovani.

Si, anche loro hanno protestato, anche loro si sono uniti per il diritto   ad avere una voce. E noi l’abbiamo ascoltata e abbiamo pensato che la loro voce andasse inquadrata in un agire più ampio, di costume, di legalità e di comunità, per indirizzare l’impeto dell’età verso risultati qualificati e soprattutto duraturi.

L’agire più ampio è stato per noi il servizio civile, strumento di pace e di difesa, luogo di partecipazione e pratica di solidarietà. E con questo strumento abbiamo agito, una prima volta e una seconda, scrivendo e realizzando due progetti.

Il primo l’abbiamo chiamato “Terra dei fuochi, terra nostra” per rimarcare la nostra presenza ma anche la nostra responsabilità. Avevamo solo 30 posti a disposizione: ci hanno chiesto di partecipare in 300. Avete presente l’effetto Tyndall, quelle lame di luce che avanzano attraverso i muri oscuri dell’aria? Ecco, quelle 300 domande sono state per noi come lame che ci hanno trafitto di nuova fiducia. Era evidente che ci fosse un bisogno, che ci fosse nei giovani voglia di partecipare a risolverlo e che questa voglia fosse essa stessa un nuovo bisogno a cui dare risposta.

Nasce così “Una Terra da salvare”, il secondo progetto, ambizioso, forte. Avremmo forse dovuto scrivere una Terra da liberare, da liberare da qualsiasi cosa potesse ammalarla. Questo è il fine ultimo e ci arriveremo, non oggi, magari non subito, ma saremo liberati o ci libereremo.

Che cosa chiediamo ai giovani con i nostri progetti? Chiediamo loro di diventare i primi guardiani. Di prendere il territorio che persone più grandi di loro hanno rifiutato, una carta sporca, e di adottarlo, di non girare più la faccia dall’altro lato, di difenderlo e di costringere tutti gli altri, nel modo in cui solo un esercito di pace può fare, a seguire un esempio. Rivoltiamo gli schemi: i giovani diventino paradigma per gli adulti.

Con loro stiamo diffondendo la cultura della legalità, ovunque. Con loro stiamo cercando di creare un ponte tra la popolazione, le sue comunità locali e lo Stato. Di filtrare, attraverso lo studio del problema e delle sue soluzioni, scevro da qualsiasi pregiudizio e dall’interesse mediatico, le informazioni giuste, quelle che disegnano la reale portata del problema, non quelle che distruggono la speranza. Perché se c’è una cosa su cui stiamo lavorando con fatica è proprio la speranza, dei giovani e della nostra terra. La speranza che i diritti sociali, o semplicemente il diritto alla vita, che sono stati sotterrati con quintali di rifiuti tossici e che bruciano insieme alla spazzatura, possano ritornare ad essere ciò che devono essere: diritti e non concessioni, o meno ancora fortune.

Per la nostra associazione, questo significa mettere in pratica i principi del Servizio Civile Nazionale.
I nostri ragazzi domani saranno giovani uomini e donne preparati, con una coscienza civica diversa, pronti allo studio, all’analisi, alla comunicazione. Saranno giovani già maturi, cresciuti in fretta, perché tra tutte le esperienze che potevano scegliere di fare, hanno scelto la più difficile: aiutare. Dopo li aspetta il mondo del lavoro, che, ne siamo certi, non potrà non riconoscere il carico esperienziale che questi giovani si portano già sulle spalle, anche se si chiama volontariato.

Tutti noi ci sentiamo legati a doppio filo con questi giovani. Nostro è l’impegno a creare una dimensione progettuale in cui aiutarli a muoversi, formarsi e crescere. Loro è l’impegno a rendere la comunità migliore. Abbiamo un’alleanza.

Domani ci sarà il sole, anche se pioverà ancora. Avete mai visto la pioggia venire giù in un giorno di sole? Sapete qual è l’effetto? L’arcobaleno.

Grazie!"

Valentina Cammarota
Formatore Nazionale e Responsabile della progettazione di Amesci

 

 

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