Stamattina nella splendida cornice del palazzo della Ragione a Padova, la seconda carica dello Stato, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha incontrato il mondo del volontariato e delle istituzioni padovane in occasione di Padova capitale europea del volontariato.
Nell’ambito dell’iniziativa “Le parole del volontariato” la presidente ha presentato la seconda edizione del premio del Senato al volontariato, che verrà consegnato il prossimo 14 novembre a palazzo Madama, finalizzato a valorizzare quello che i volontari “considerati gli invisibili” fanno per la nostra società. Dalle mani del Presidente del centro Servizi volontariato di Padova, Emanuele Alecci, la presidente Casellati ha ricevuto poi il riconoscimento di Presidente degli ambasciatori di Padova Capitale Europea del Volontariato 2020.
Tra questi ambasciatori vi è anche la nostra Sara Pedron, che è intervenuta come Amesci portando la testimonianza del mondo del Servizio civile in Italia, nel Veneto e nella provincia di Padova. “Il servizio civile sviluppa una consapevolezza e una inclinazione verso l’impegno civico e avvicina i giovani alle istituzioni, quindi è uno strumento utile per i giovani nel ricucire i territori, le necessità e creare legami stretti e solidi”.
Qui di seguito l’intervento integrale di Sara e il Servizio di Rainews che lo riprende:
Buongiorno a tutte e a tutti, e grazie sin da subito dal mondo del Servizio civile e da Amesci per questo invito a parlare durante un’occasione così significativa per la nostra città di Padova e in un luogo così emblematico come il Palazzo della Ragione, circondati da questo ciclo di affreschi che ci catapulta iconologicamente nella dimensione della Giustizia e del Tempo.
È stato questo un Tempo arduo, che ha fatto emergere inevitabili disparità, difficoltà e divari, ma che ha permesso di testarci come comunità, rafforzando prima nell’individuo e a cascata nella collettività, quel senso di Giustizia rispondente all’onestà e al rispetto del prossimo, quel senso di Giustizia che è dovuta al singolo e si traduce in aiuto e solidarietà.
Porto oggi la testimonianza del mondo del Servizio civile in Italia, nel Veneto e nella provincia di Padova. Il mondo del SC è stato travolto da questo senso di Giustizia, mobilitando tutti i protagonisti del sistema: Stato, Regioni, enti riuniti nello CSEV, Coordinamento Spontaneo degli Enti e dei Volontari di Servizio civile in Veneto, che accolgono ogni anno giovani donne e uomini dai 18 ai 28 anni per impegnarsi e mettersi a servizio della collettività territoriale. Sono anche gli operatori e le operatrici volontarie del SC, che in questo tempo arduo stanno rispondendo alla richiesta di aiuto e di solidarietà, alla richiesta di Giustizia.
Il Servizio civile universale non si è mai fermato. Anche dopo il 9 marzo, riprendendo le parole che il Presidente della Repubblica ha speso qui a Padova lo scorso febbraio, il SC sta contribuendo a “ricucire” territori e persone, sta tessendo trame di sostegno.
Nonostante infatti i progetti in cui i giovani volontari erano operativi fossero stati interrotti a causa dell’emergenza, anche per assicurare loro totale sicurezza, non è venuto meno l’impegno di Michele, classe 2000, operatore volontario in servizio presso il Comune di Tombolo, che ha continuato ad assicurare sostegno scolastico da remoto e sul campo agli studenti e alle studentesse in condizioni di difficoltà, per assicurare loro accessibilità continua all’istruzione.
Nonostante la sospensione generalizzata, non è venuto meno l’impegno di Ali, vent’enne anche lui, attivo nel Comune di Casale di Scodosia, che ha assicurato la consegna di viveri e farmaci agli anziani e ai soggetti deboli del territorio che abita. E questa testimonianza conferma l’efficacia del Servizio civile anche e soprattutto in quei territori più periferici e diluiti del Veneto, assicurando tramite i giovani quel senso di dovuta Giustizia.
Ad oggi sono più di 32mila gli operatori volontari di SC attivi in Italia, di cui un 25% sta continuando a supportare il nostro Paese nella gestione dell’emergenza, sostenendo in particolare le attività della Protezione Civile e del welfare leggero.
Dall’ultima ricerca promossa da Amesci e svolta dal Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Applicata dell’Unipd, evinciamo come il SC oltre ad essere un contenitore di generatività sociale, riesce a sviluppare, tra i tanti, una particolare consapevolezza e attitudine nei giovani, ossia l’impegno sociale a favore della collettività. Il SC ha un impatto visibile nel breve periodo, e ce lo stanno dimostrando i tanti Michele e i tanti Ali, ma pensate al valore che può portare nel lungo periodo, quindi in quel Tempo futuro che le giovani generazioni si troveranno a vivere.
Anche per questo motivo ci auguriamo venga accolta positivamente dal Governo e dal Parlamento la richiesta di destinare fondi stabili e assicurare opportunità per i giovani che vogliono impegnarsi nel Servizio civile, questo prezioso strumento di promozione e di difesa non violenta dei valori fondativi della Repubblica italiana, che vuole fornire ai giovani e alle giovani gli strumenti necessari per ricucire insieme l’Italia del futuro.