E’ 32.919 il numero totale degli operatori volontari che, su 14.156 sedi, sono attualmente impegnati in progetti di Servizio Civile Universale. Di questi, 32.245 (97,95%) sono tornati o torneranno a breve in servizio in 12.532 sedi. Sono questi alcuni dei dati, aggiornati al 15 settembre, diffusi nel nuovo report a cura del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.
Nell’ultima istantanea si evidenzia che, rispetto ai mesi scorsi, sono 265 gli operatori volontari (l’0,8% del totale) in stato di temporanea interruzione del proprio servizio a causa del persistere di condizioni per cui non è possibile proseguire le attività progettuali; oggi, rispetto al 16 aprile, quando le interruzioni coinvolgevano 5.692 volontari, sono oltre 5.400 i volontari hanno ripreso servizio.
65, invece, è il numero dei giovani che, su 24 sedi, hanno dovuto cessare il proprio servizio in Italia a causa dell’interruzione definitiva dei progetti. A tal proposito, il Dipartimento tiene a sottolineare che per questi giovani sarà data la possibilità di presentare nuova candidatura ad uno dei prossimi bandi di selezione emanato nei prossimi mesi.
Si ricorda che, sin dalla prima circolare, il Dipartimento ha sensibilizzato gli enti sulla necessità di un’intesa attività di prevenzione volta a ridurre la diffusione del contagio e tutelare lo status di salute dei giovani. Per i volontari sottoposti a isolamento fiduciario, infatti, sono stati concessi dei giorni di “malattia straordinaria”. In particolare, al 15 settembre, sono 128 i casi rilevati dagli enti e segnalati al Dipartimento.
Rispetto le riattivazioni avvenute, invece emerge che sono 24.215 gli operatori volontari che svolgono le attività originarie di progetto, mentre sono 8.030 i giovani impegnati in progetti che hanno subito una rimodulazione. In termini percentuali, dunque, si passa dal 55% del 16 aprile al quasi 75% del 15 settembre: alla ripresa le riattivazioni ordinarie impiegavano un volontario su due, oggi tre su quattro. Conseguentemente, il peso delle rimodulazioni, passa al 25% circa, a fronte del quasi 45% del 16 aprile.
Diverso il discorso per i volontari impiegati in progetti all’estero i quali, a far data dal 15 settembre, sono complessivamente 632 gli operatori volontari impiegati in progetti all’estero, tra cui 16 volontari dei Corpi Civili di Pace. Sono 496 quelli che svolgono servizio attivo – di cui 140 nei paesi esteri di destinazione e 356 in Italia (di questi 31 in progetti rimodulati) – mentre per 136 i progetti risultano temporaneamente interrotti.
Nell’ultimo mese gli enti hanno comunicato al Dipartimento la decisione di riattivare molti dei progetti “temporaneamente interrotti”, prevedendo per gli operatori volontari attività in Italia in modalità da remoto, con l’aspettativa di poter far ripartire i giovani per i Paesi esteri di destinazione non appena le condizioni relative all’emergenza lo consentano. Ciò, come descritto dal Dipartimento, giustifica la netta diminuzione del dato dei volontari su progetti “interrotti” rispetto al 15 agosto scorso: a fronte di 463 volontari “interrotti” il mese scorso, attualmente se ne segnalano 136. D’altro canto, a causa delle particolari condizioni di criticità di alcuni Paesi, per 27 sedi di attuazione in 17 progetti è stato necessario procedere ad una interruzione definitiva e sono pertanto 108 gli operatori volontari che hanno cessato il servizio.
Il Dipartimento continuerà a monitorare l’andamento dei progetti di servizio civile sulla base degli scenari che si andranno a delineare nei prossimi mesi, cui i progetti stessi dovranno progressivamente adattarsi verso un ripristino integrale delle condizioni originarie. Resta inteso che, se l’evoluzione dell’emergenza da coronavirus dovesse riacuire i suoi effetti, il Dipartimento valuterà, coinvolgendo come di consueto tutti i soggetti del sistema Servizio civile universale, la reintroduzione di nuove misure che saranno prontamente assunte e comunicate.