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Contesto e target del progetto

Il target del progetto è rappresentato dai giovani dai 18 ai 28 anni.

Il quadro demografico generale del nostro Paese è caratterizzato da un calo demografico della popolazione giovanile, che ci attesta al penultimo posto in Europa dopo la Spagna. Il calo evidente della quota di giovani nella struttura della popolazione preoccupa non solo i demografi ma anche il Mercato del Lavoro.

Al calo della quota di giovani in Italia e in Europa, si aggiunge, negli ultimi anni, anche il cosiddetto “effetto scoraggiamento” che caratterizza la popolazione giovanile e concorre all’intensità del famigerato fenomeno dei Neet: giovani fra i 18 e i 34 anni che non studiano e non lavorano.

Tale fenomeno è frutto sia di una carenza di domanda di lavoro, sia di una scarsa attivazione di alcuni profili di giovani, prevalentemente profili di accesso al MdL medio-bassi (cfr Rapporto trimestrale Garanzia Giovani, luglio 2018, Anpal).

Volendo, però, considerare tutta la platea di giovani italiani fra i 18 e i 28 anni non occupata, non supera i 5milioni di unità e risulta, sostanzialmente, divisibile in tre grandi gruppi: 1.“i giovani che studiano” (circa 2.3milioni), che rappresentano il gruppo più ampio; 2. “giovani che cercano lavoro e non lo trovano” (circa 1milione); 3.“giovani che non cercano lavoro ma si dichiarano disponibili a lavorare” (circa 900.000).

In ultimo, i dati relativi al volontariato dei giovani segnalano, da un lato, un loro forte desiderio di partecipazione e protagonismo, dall’altro una scarsa e incostante adesione ad organizzazioni o attività di volontariato.


Destinatari

I destinatari dell’intervento sono di due tipi diretti ed indiretti.

I destinatari diretti dell’intervento sono la popolazione giovanile italiana, in particolare quella universitaria, corrispondente al target del progetto cioè i giovani da 18 a 28 anni. I destinatari indiretti sono gli enti del terzo settore (ETS) e le organizzazioni di volontariato (ODV) al fine di sviluppare e potenziare le loro attività, le reti associative fra loro e la loro capacità di implementare attività e servizi con particolare riguardo ai bisogni delle persone e delle comunità.


Esigenze e bisogni individuati e rilevati

Il contesto poc’anzi descritto rivela le esigenze e i bisogni. Per soddisfare tali bisogni è necessario investire in politiche differenziate e in strumenti trasversali, di orientamento e ri-orientamento del progetto formativo e professionale dei giovani.

Le dimensioni della disoccupazione giovanile suggeriscono la necessità di concentrarsi sul concepimento e sulla realizzazione di politiche attive rivolte specificatamente agli studenti (universitari), come già avviene nel panorama europeo e nazionale. Gli studenti, infatti, pur rappresentando la fetta più ampia dei giovani fra i 18 e i 28 anni (rappresentano più del 33% del totale) sono spesso lasciati soli nel progettare la propria carriera e il proprio inserimento professionale.

Da anni le Università Italiane sono state invitate a prendere parte ai processi di matching fra domanda e offerta di lavoro costituendosi parte attiva nella fase placement dei propri studenti ma non sempre tali servizi prevedono anche percorsi di sostegno e accompagnamento.

E’ possibile immaginare, quindi, che intercettare i giovani studenti offrendo loro percorsi di orientamento, profiling e design di carriera da una parte e esperienze nelle quali maturare le cosiddette competenze trasversali (capacità di lavorare in gruppo, orientamento all’obiettivo, leadership, ecc.) dall’altra, sia da considerare un anello mancante della progettazione delle politiche attive finora immaginate, in cui le Università sono spesso lasciate sole.


Attività

Il progetto mira all’integrazione del percorso di studi universitari con esperienze di volontariato e di partecipazione, favorendo un’educazione di qualità e rafforzando le capacità operative delle organizzazioni del terzo settore attraverso l’implementazione di progetti e l’attivazione degli studenti universitari, inseriti in tirocini laboratoriali quali volontari, agenti di un cambiamento di paradigma sociale. In tutti e 20 gli ambiti territoriali individuati saranno realizzate le medesime attività, al netto di quelle di carattere organizzativo più generale.
Il progetto si sviluppa in 4 macro-fasi:

  1. Strutturale
  2. Esecutiva
  3. Verifica e controllo
  4. Disseminazione e comunicazione.

1. Fase strutturale
1.1 costituzione della Cabina di Regia con gli stakeholders; 1.2 costituzione del Comitato Scientifico; 1.3 definizione delle metodologie formative e valutative  (educazione non-formale, project-work, esperienze on-the-job attraverso la partecipazione attiva a progetti di volontariato quali tirocini formativi, Bilancio delle competenze); 1.4 definizione e realizzazione degli strumenti attuativi; 1.5 stipula degli accordi con le università.

2. Fase esecutiva
2.1 realizzazione e messa online della piattaforma YOUNIVERICITY; 2.2 organizzazione e realizzazione di 20 incontri nelle università italiane per promuovere il progetto; 2.3. Organizzazione di 20 incontri formativi, uno per regione, in cui saranno formati i tutor delle organizzazioni ospitanti per la conduzione dei laboratori; 2.4 realizzazione di 200 laboratori sperimentali esperienziali, 10 in ogni regione, con gruppi di 10 giovani per laboratorio.

3. Fase di verifica e controllo
3.1 realizzazione di una ricerca sulla valutazione d’impatto del progetto, sui beneficiari (studenti/volontari) e sui destinatari (ODV, ETS; cittadini, enti, ...); 3.2 verifica ex ante dello stato di fatto; 3.3 verifica in itinere di efficacia e l’implementazione del progetto; 3.4 verifica finale delle attività.

4. Fase di disseminazione e comunicazione
4.1 disseminazione dei risultati del progetto e della ricerca.


Risultati attesi

Il progetto è generatore di risultati concreti e tangibili. I risultati saranno monitorati e controllati attraverso il sistema delle verifiche ex-ante ed in itinere interni al progetto.

I risultati che si avranno sono:

1. Collegare in modo diretto, produttivo e stabile gli enti del terzo settore e le università;

2. Migliorare il rapporto tra sistema universitario e società civile;

3. Raccordare le decisioni individuali dei giovani circa le loro scelte lavorative con le prospettive realistiche di sviluppo che sono presenti a livello territoriale;

4. Stimolare l’effetto leva, ovvero la capacità delle azioni proposte di innescare processi stabili di innovazione (formazione di specifiche professionalità richieste dal mercato locale) e di convogliare risorse (fare incontrare la domanda e l’offerta del sistema locale);

5. Migliorare e generalizzare l’accesso alla società della conoscenza e della formazione (suggerendo e contribuendo alla realizzazione di percorsi formativi mirati sulle esigenze del mercato, indirizzando i giovani su opportunità che la Formazione Continua a Domanda Individuale offre con risorse già disponibili alle Province);

6. Consolidare il ruolo di mediazione sociale e culturale svolto dall’università, tra giovani e comunità e tra giovani e organizzazioni economiche sociali;

7. Offrire ai giovani nuove e innovative opportunità di accesso per poter esprimere identità e valori;

8. Creare spazi per liberare la creatività e il desiderio di socializzazione dei giovani;

9. Formazione formale e informale;

10. Spazi per sperimentare responsabilità e impegno;

11. Promuovere l’acquisizione di nuove professionalità tra i giovani che siano spendibili, anche successivamente come liberi professionisti, e sfruttabile anche da casa (es: telelavoro);

12. Sviluppare, tra i giovani, competenze che possano valorizzare la comunità locale;

13. Creare opportunità educative e di accesso per poter esprimere identità e valori;

14. Migliorare e generalizzare l’accesso alla società dell’informazione e della conoscenza;

15. Sviluppare politiche di valorizzazione e di potenziamento di risorse umane per far sì che i sistemi locali si focalizzino verso l’obiettivo di consolidarsi come un ambiente produttivo, in cui la capacità di innovazione possa crescere e svilupparsi nel campo della competitività;

16. Creare un modello di buone pratiche innovativo, sostenibile e trasferibile.

Ultimo aggiornamento: 17/03/2022

 

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